#PROFESSIONE
CONSULENTE FAMILIARE.
Mi
prendo cura di ME x ESSERE con TE,
BOLOGNA,
DOMENICA 1° DICEMBRE 2024
SINTESI DEI LABORATORI
LABORATORIO N.1 - Mi prendo
cura di me come persona e professionista? Un momento di autoascolto in
condivisione-
Stefania Sinigaglia e
Francesco Citarda S.J.
Il
laboratorio si configura come uno spazio privilegiato di incontro e ascolto
finalizzato al guardarsi per poter
guardare. L’intento è di favorire l’auto esplorazione e riconoscere la
propria competenza nel prendersi cura di sé, delle proprie emozioni, pensieri e
relazioni, con l’intento di generare nuovo benessere personale e professionale.
Guardarsi
dentro è un esercizio di introspezione al quale talvolta rischiamo di dedicare
poco spazio emotivo e fisico, eppure sappiamo che è proprio la piena
consapevolezza dei pensieri, delle emozioni e dei sentimenti che viviamo a
permetterci di comprendere il nostro modo di costruire la realtà attraverso
l’esperienza che ne facciamo.
Crescere
nella comprensione di come viviamo la realtà interna ci permette di stare in
contatto in modo consapevole con la realtà esterna, osservando quanto suscita e
genera in noi stessi.
Prendersi
cura di sè consente di accede alle risorse trasformative interne che ci
permettono di sviluppare creatività, offrendo risposte nuove al nostro contesto
esperienziale ed accrescere le competenze professionali.
In
altre parole, attiviamo quella circolarità creativa dove il contatto con
l’altro favorisce generatività e nuova comprensione di se stessi e del mondo
dell’altro.
L’obiettivo
è soprattutto quello di favorire, attraverso stimoli ed attivazioni,
l'autoascolto, l’osservazione, la riflessività, l’ideazione e la
sperimentazione, potenziando la motivazione e promuovendo lo sviluppo della
consapevolezza delle proprie capacità, possibilità e competenze, ma anche
dei propri limiti.
Si
tratta di un insieme di competenze preziose e necessarie alla crescita e
all’evoluzione della Persona e del Professionista soprattutto se sperimentate
all’interno di una medesima comunità professionale. Quale ascolto dedico alla
parte più profonda di me? Con quali occhi guardo alle mie fragilità? In che
dimensione so dare nuova lettura agli eventi, alle relazioni, ai legami
significativi e alla socialità in cui sono immerso/a? In che misura do
riconoscimento al mio percorso professionale, alle mie abilità, all’impegno per
accrescere la mia competenza?
Quanto
il mio “star bene” influisce sul mio essere consulente familiare?
Sarà per ciascuno un tempo per
guardarsi, narrarsi e scegliere “cosa tenere” e “cosa lasciare”, al fine di
poter edificare un nuovo sé alla luce dei propri bisogni e desideri.
Un sè che non sia mai senza un Tu, come
direbbe Buber.
«Ritorna
a te stesso e prenditi cura di te.
Il tuo corpo ha bisogno di te,
le tue sensazioni hanno bisogno di te,
le
tue percezioni hanno bisogno di te”.
Thich Nhat Hanh
LABORATORIO
N.2 – Le
relazioni come fonti generatrici di benessere. Esperienze e vissuti a
confronto -
Mariapia Pagliuso e Cinzia
Ascenzo
La relazione può essere fonte di benessere e di riconoscimento dell’altro, solo quando si è in grado di leggere e comprendere, prima di ogni cosa, il nostro vissuto
Non c’è spazio per la
relazione se, prima di tutto, non c’è uno spazio di attenzione e di riflessione
su di noi.
Questo ci fa riflettere
su quanto è faticoso stare in relazione e, alcune volte, possiamo non riuscirci
Questa capacità e risorsa ci è data dalla nostra
storia
Importante è essere vissuti in un ambiente “buono”
fatto di cure materne adeguate.
Questa relazione primaria getterà le basi della nostra
capacità futura di stare e vivere buone relazioni.
Una buona
relazione è possibile quando possiamo:
1) fidarci
dell’altro
2) essere
autentici
3) essere
capaci di entrare in contatto
4) essere
disponibili a dei compromessi
5) essere
pronti a incassare delusioni e saper lasciare andare
6) saper
accettare l’altro per quello che è
7) avere
fiducia in sé stessi e sentirsi capaci di cavarsela anche da soli
8) essere
disponibili a camminare insieme all’altro
Possiamo
dire che una buona relazione generatrice di benessere comporta di aver presente
dentro di noi l’esistenza e il valore dell’altro.
Nel
laboratorio ci soffermeremo su quanto sottolineato, dando spazio di riflessione
sulle relazioni ascoltate la mattina
LABORATORIO
N.3 – Questa
professione! Il consulente familiare tra aspettative e soddisfazione -
Armando Angelucci e Vera De
Paulis
Aiuta la persona a prendere coscienza del proprio modo di essere in
relazione con sé, con il/la partner, con gli altri.
Trova nella persona umana il suo più intimo
valore.
Mai come in questo momento storico la figura del consulente familiare
ha una notevole rilevanza.
Ci si confronta con adolescenti, genitori e adulti in difficoltà che
chiedono uno spazio di accoglienza e di ascolto.
Hanno bisogno di riferimenti e di supporto educativo alla relazione.
La soddisfazione del consulente familiare è
accompagnare i propri clienti in un cammino di conoscenza di se stessi e di
comprensione del percorso da seguire per favorire e migliorare le proprie
relazioni.
Ci piace rappresentare il senso e il valore della
Consulenza Familiare con questa frase:
«Solo
ciò
che dall’esterno
entra nell’intimo
dell’anima,
ciò
che non viene solo conosciuto dai sensi o dall’intelligenza,
ma tocca il cuore e l’animo,
questo solo cresce in esso ed è
un vero mezzo formativo».
Edith Stein
LABORATORIO N.4 – Interventi di “cura”: la rete di supporto professionale
Angela Sgambati e Iole Salmè
“PRENDERSI CURA DI SÉ, PER PRENDERSI CURA
DELL’ALTRO”.
Un’espressione che può essere considerata il mantra
del Consulente Familiare che vuole responsabilmente prendersi cura dell’altro,
partendo da SE stesso.
Ognuno, prima di tutti il professionista che lavora in
relazione di aiuto con l’altro, deve cercare di essere ogni giorno migliore di
ciò che è, curare quello che è, per prendersi cura a propria volta con maggiore
efficacia degli altri.
Abbiamo immaginato il nostro laboratorio come un viaggio all’interno del
proprio SE, caratterizzato da due soste distinte che permetteranno di
trovare l’energia, la forza di muovere lungo il percorso con la consapevolezza
che non si è soli.
Durante il viaggio saranno forniti tutti gli strumenti necessari per coloro
che vogliono procedere addentrandosi nel proprio SE con resilienza e
voglia di non fermarsi davanti all’ostacolo, e soprattutto quando l’ostacolo è
dentro se stessi.
Con questo spirito, se da un lato il viaggio diventerà momento per crescere
da soli, dall’altro permetterà di scoprire che insieme agli altri colleghi si
crea una “rete professionale di supporto”, un ambiente di collaborazione e di
crescita. Una “rete professionale” che non ingabbia, non limita e circoscrive,
ma che rappresenta quel collegamento tra risorse che insieme moltiplicano
esponenzialmente le capacità del singolo; in rete, 100+100 non fa 200, ma molto
di più e questo è tutto da scoprire. Essere consulente familiare è sicuramente
emotivamente impegnativo, e avere una rete professionale di sostegno, composta
da altri professionisti, può aiutare a prevenire il burnout e promuovere il
benessere personale, del singolo per gli altri.
A questo punto non resta che
allacciare le cinture, accendere le luci (anche di giorno) e partire.
Buon viaggio
LABARATORIO N.5 –
L’accompagnamento e il senso di appartenenza: il valore della comunità
professionale -
Sergio Martinenghi e Silvia Perissi
Nel
nostro laboratorio condivideremo e ripercorreremo assieme i valori fondanti della
nostra professione. Magari riscoprendo le motivazioni, l’impegno e la deontologia
che ognuno di noi abitualmente riconosce e applica nelle sedute di consulenza.
Ci
ritroveremo nel procedere in una storia ricca di esperienze, ricerca e soprattutto
persone che hanno costruito con fatica e impegno l’identità e il ruolo del
Consulente Familiare. Riconosceremo, quindi, di essere parte di una comunità in
costante crescita con una metodologia in comune che ci corrisponde e distingue
da altri approcci metodologici.
Nel
gruppo potremo condividere inoltre i bisogni vecchi e nuovi che, come operatori,
valutiamo ancora necessari al nostro compito.
Ci
confronteremo sulla necessità di accompagnamento e supporto. Metteremo in comune
le nostre esperienze sui diversi specifici ambiti d’intervento dove applichiamo
le nostre competenze. Parleremo della supervisione mono professionale, momento
essenziale nella costruzione della nostra figura professionale.
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