BRESCIA 22 MARZO 2019
Giornata di studio sulle ÉQUIPE INTERDISCIPLINARI
UN PONTE POSSIBILE FRA I DIVERSI AMBITI E SETTORI D’INTERVENTO
Nell’ambito delle iniziative programmate per il World Social
Work Day del 19 marzo 2019, il CROAS insieme al CIPRA e a CO.ME.TE. hanno
promosso una interessante giornata di riflessione sul valore delle ÉQUIPE
MULTI E INTERDISCIPLINARI e di condivisione di pratiche professionali,
portando valide esperienze nel campo della relazione d’aiuto - passate e future. Abbiamo aderito molto volentieri all’invito della presidente CIPRA Cécile
Edelstein per portare il contributo dell’AICCeF
nel panorama delle professioni della relazione di aiuto con la relazione Lavorare
in équipe: ricchezza e
risorsa della consulenza familiare, curata dalla nostra presidente Stefania Sinigaglia e da Rita
Roberto. Questa relazione ci ha permesso sia di parlare della nostra storia,
della metodologia della consulenza familiare, del lavoro in équipe e sia del
nostro profilo professionale.
E’ stato un evento importante che ha messo in dialogo
costruttivo i rappresentanti dei servizi alla persona che interagiscono nel processo della relazione di
aiuto. Questo evento mette le basi per rispondere al bisogno di trovare una
collaborazione sostanziale, che richiede un’accurata e costante opera di
tessitura di relazioni che non nascono spontanee, ma necessitano di una volontà
precisa d’integrazione: pubblico, privato sociale e privato.
E’ stato molto
arricchente riflettere insieme sulle risorse e i vincoli di pratiche
collaborative fra i diversi settori e ambiti e le varie professioni; valorizzare
e mettere a fuoco il ruolo delle singole professioni all’interno delle équipe.
Alla fine degli interventi della giornata, si è svolta una Tavola rotonda a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle professioni della relazione d'aiuto. E' stato importante vedere colloquiare costruttivamente tutte le figure professionali che interagiscono nel processo della relazione di aiuto, tradizionali e non.
Questo dialogo è fondamentale per evitare il rischio che i singoli professionisti rimangano isolati, che il lavoro nella relazione d’aiuto si fossilizzi in una pratica parcellizzata, che i diversi ambiti d'intervento– sociale, sanitario, educativo, legale – vengono sempre più distinti e frammentati e che il terzo settore fatichi a rimanere a fianco delle strutture pubbliche.
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